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Ucraina – L’inconsulto bisogno di un nemico a Est

di Barbara Spinelli – «Il Fatto Quotidiano» – 8 marzo 2022

Visto che nessun Paese della Nato o dell’Unione europea vuol entrare in guerra con la Russia, e rischiare uno scontro che implichi il ricorso – intenzionale o accidentale – all’Armageddon nucleare, logica vorrebbe che si tentassero tutte le vie per metter fine alla guerra scatenata dal Cremlino in Ucraina, e al massacro delle città ucraine. “Tutte le vie” vuol dire instaurare al più presto un cessate il fuoco, aprire corridoi umanitari, avviare subito un negoziato che salvi la faccia non solo a Kiev, ma anche al Cremlino, e che eviti umiliazioni irreparabili dell’aggredito come dell’aggressore, tali da avvelenare il futuro degli ucraini e dei russi quando i loro governi cambieranno.

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Giov. 10/3 ore 18.00 – Riunione campagna nazionale sul DDL Concorrenza

“La Campagna nazionale su DDL Concorrenza” – approvata all’unanimità  nel Forum Convergenza dei Movimenti del 25 26 27 febbraio a Roma – si impone come uno dei punti centrali cui rivolgere le energie di tutti noi – movimenti, cittadini, cittadine, abitanti dei comuni di tutta Italia, gli stessi enti locali. 
“Si tratta di un attacco senza precedenti, che espropria le comunità locali dei beni comuni, dei diritti e della democrazia e che stravolge la storica funzione pubblica e sociale dei Comuni, trasformati in enti il cui ruolo diviene unicamente quello di predisporre e favorire la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali.”

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Extinction Rebellion ha incontrato Cingolani

Ecco cos’è successo all’incontro fra il Ministro e gli attivisti

Giovedì 3 marzo. Attorno alle 17:45 davanti alla sala convegni del MiTE è riunito un nutrito gruppo di persone: attivisti di Extinction Rebellion con striscioni e bandiere. E giornalisti, perlopiù. Oltre alle forze dell’ordine. C’è un po’ di gente accalcata davanti all’entrata che si lamenta. Pare che gli addetti ai controlli non stiano facendo entrare nessuno.

«Non abbiamo l’elenco degli accrediti», mi dice laconica l’incaricata.
«Ah, e quindi?».
«Eh, ora cercheremo di risolvere».
Una manciata di persone sgattaiola dentro, lei li osserva valutando se valga la pena compiere lo sforzo di richiamarli. Decide per il no. Si distrae a parlare con qualcun altro. È la mia occasione, vado. Faccio dieci metri, arrivo alla reception della sala e una ragazza mi chiede nome e cognome. Ha davanti a sé l’elenco di tutti gli accrediti, stampato in varie copie. La mia fiducia nelle capacità del genere umano di risolvere la crisi climatica crolla drammaticamente.

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