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Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa, e tutti insieme possiamo fare molto per costruire un mondo equo e di pace!

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Amnesty International accusa l’Ucraina di mettere in pericolo i civili

Il comunicato di Amnesty International che accusa l’Ucraina di mettere in pericolo i civili e le critiche emerse anche dall’interno della stessa organizzazione.
https://www.valigiablu.it/amnesty-international-ucraina-comunicato/

Articolo su Avvenire – “Ucraina. Amnesty accusa Kiev: armi e basi militari tra i civili. La replica di Zelensky”
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/ucraina-amnesty-international-accusa-kiev-armi-esercito-tra-civili

Articolo sul Manifesto – Amnesty accusa: “L’Ucraina mette in pericolo i propri civili”
https://ilmanifesto.it/amnesty-accusa-kiev-mette-in-pericolo-i-propri-civili

Clima ambiente e povertà. L’inerzia nichilista che blocca tutto

di Daniela Padoan

A partire dalla drammatica crisi climatica fino all’impoverimento dei cittadini, i problemi vengono enfatizzati, senza che poi si agisca di conseguenza coerentemente”

Da tempo viviamo in un doppio registro di realtà, dove tutto viene nominato senza per questo assumere le conseguenze di ciò che implica. L’intreccio di crisi – climatica, pandemica, bellica, economica, politica – non viene negato; ciascuna di queste crisi viene anzi enfatizzata, e tuttavia privata di decisioni conseguenti. «Nerone è stato notoriamente accusato di girarsi i pollici mentre Roma era in fiamme – ha affermato recentemente il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres –, ma oggi alcuni leader stanno facendo di peggio. Stanno gettando benzina sul fuoco. Letteralmente». E anche noi, inevitabilmente ridotti a consumatori e spettatori del disfacimento, sembriamo incapaci di reazione davanti a segnali non più equivocabili.

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L’ignavia e il razzismo hanno ucciso Alika Ogorchukwu

Dalla Bottega del Barbieri copiamo tre articoli

Il comunicato di «Baobab»

Alika Ogorchukwu è morto di indifferenza e di razzismo, non solo dell’omicida, ma soprattutto di chi era lì ad assistere, inerte.
Il video che riprende la sua lenta uccisione ci mostra una doppia violenza, quella che toglie la vita e quella dell’inazione
Ci si limita a osservare e filmare una morte tollerata, forse meritata, sicuramente normalizzata.
Quello che oggi sappiamo è che l’assassino ha prima inseguito Alika e poi lo ha buttato a terra e che lo ha fatto perché “l’ambulante chiedeva insistentemente l’elemosina”.

Quello che sappiamo è che se i passanti fossero intervenuti Alika sarebbe ancora vivo.

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