di Salvatore Cannavò – Il Fatto Quotidiano
L’ACCADEMICO DELLA COLUMBIA – “Il grande fallimento dell’Occidente è la riluttanza a negoziare con la Russia. Il pericolo che il conflitto si allarghi è concreto, la Nato punta all’Asia”
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La Lectio magistralis si terrà il 2 febbraio ore 20 nella sede di via Ripetta in Aula Magna.
Jeffrey Sachs è direttore del Centro per lo sviluppo sostenibile presso la Columbia University, dove ricopre il grado di professore universitario, ed è uno degli accademici statunitensi più critici verso la gestione Usa della guerra. Giovedì 2 febbraio terrà una Lectio magistralis presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dal titolo: “Creatività e ricerca al tempo dello sviluppo sostenibile”.
Cosa pensa della recente decisione occidentale di inviare i carri annati Usa e tedeschi in Ucraina?
Il grande fallimento dell’Occidente è costituito dalla sua riluttanza a impegnarsi in negoziati con la Russia per porre fine alla guerra. L’invio di più carri armati non porrà fine alla guerra, ma aumenterà sicuramente la distruzione. La guerra è stata causata in ultima analisi dall’insistenza degli Stati Uniti per l’allargamento della Nato all’Ucraina e dall’intervento segreto degli Stati Uniti per rovesciare il presidente ucraino Viktor Yanukovich nel 2014. Inoltre, il fallimento dell’Europa ad attuare l’accordo di Minsk II, insieme a massicce spedizioni di armi in Ucraina durante il 2014-2021, ha alimentato la guerra.
L’origine della guerra non va ricondotta solo alla decisione di Putin?
Questa guerra è sicuramente il risultato di uno scontro tra Stati Uniti e Russia dal 1990. In quell’anno, gli Stati Uniti e la Germania hanno promesso a Gorbaciov che non avrebbero allargato la Nato “di un centi-metro verso Est”. Gli Stati Uniti hanno infranto la promessa, allargando la Nato a 14 Paesi dal 1990. La promessa di espandere la Nato all’Ucraina e alla Georgia ha oltrepassato le linee rosse della Russia, come ha avvertito Putin e come molti esperti occidentali hanno fortemente sottolineato. L’allargamento Nato è alla radice di questo conflitto, è triste a dirsi. Così come l’intromissione degli Stati Uniti nella politica dell’Ucraina, incluso il ruolo nell’insurrezione di Maidan. La Russia sa tutto questo e ritiene che il ruolo degli Stati Uniti in Ucraina rappresenti una profonda minaccia alla sicurezza. Per questo motivo, Ucraina, Stati Uniti e Russia dovrebbero essere tutti d’accordo sulla fine del conflitto e sulla neutralità dell’Ucraina.
Negli Usa c’è un pieno sostegno al supporto di Biden all’Ucraina?
I media mainstream rilanciano la propaganda, ma l’opinione pubblica è molto divisa. Le persone generalmente vogliono pace, sicurezza e stabilità economica. Invece, i governi di Usa e Ue stanno dando loro guerra, insicurezza e crisi economica.
Crede sia concreto il rischio di un allargamento della guerra?
Se i neoconservatori statunitensi faranno a modo loro, la guerra probabilmente si allargherà. Israele sta già attaccando l’Iran, l’Europa si sta allontanando dall’accordo sul nucleare iraniano e gli Stati Uniti e la Cina sono vicini al conflitto in Asia. La Nato sta pericolosamente espandendo le sue attività in Asia.
Dovremmo ricordare che Nato sta per “Nord Atlantico” non per Cina.
Che possibilità di soluzione diplomatica si intravedono?
Una soluzione diplomatica è certamente possibile. L’Ucraina potrebbe rimanere neutrale, la Russia ritirare le sue truppe e la Nato potrebbe promettere di non allargarsi. La Crimea rimarrebbe sotto il controllo della Russia e si potrebbe avviare un compromesso pragmatico nel Donbass, come previsto dall’accordo di Minsk II. Le sanzioni sarebbero ridotte e infine cessate, e la Russia, gli Stati Uniti e l’Ue potrebbero tutti contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina.
Quali sono a suo avviso gli obiettivi strategici degli Usa in questa guerra?
L’obiettivo geopolitico degli Stati Uniti è quello di essere il Paese più potente. È un’idea fantasiosa, basata sull’errata visione che gli Usa dovrebbero davvero “guidare” il mondo. Ma non abbiamo bisogno di un paese per guidare il mondo. Abbiamo bisogno invece della cooperazione tra le nazioni ai sensi della Carta delle Nazioni Unite.
Pensa che con la presidenza Trump saremmo nella stessa situazione?
Trump era completamente imprevedibile, quindi è difficile saperlo. Ed era un politico pericoloso. Biden potrebbe essere molto migliore, ma ha affidato la politica estera ai neoconservatori. Questo è un terribile errore. Dovrebbe scegliere una nuova politica estera a mio avviso, basata sulla cooperazione e sui negoziati, piuttosto che sull’escalation.
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