Dall’assemblea tra student*, dottorand* e post-doc tenutasi al Piazzale di Fisica – Università degli studi di Roma La Sapienza – Lunedì 7 Marzo

Come comunità accademica della Sapienza esprimiamo grande preoccupazione per l’aggravarsi dell’escalation militare in Europa, conseguente all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino e la totale condanna dell’attacco russo, ma riteniamo che ciò non sia sufficiente. Sosteniamo serva una forte presa di posizione da parte della comunità accademica tutta per contribuire alla pace, mobilitandosi, facendo pressione sulle istituzioni, esprimendosi pubblicamente sui media. 
Il rischio che l’attuale crisi internazionale sfoci in un conflitto nucleare globale è molto alto, pertanto non possiamo permetterci di rimanere indifferenti.

Denunciamo:

  • Otto anni di inazione dei Governi Europei di fronte al grave deterioramento di una guerra già in atto in Ucraina;
  • La blanda presa di posizione dell’istituzione Sapienza Università di Roma, nonostante il suo peso come ateneo;
  • La pluriennale vendita di armi a Russia e Ucraina da parte di diversi paesi europei;
  • L’inesistenza dell’Unione Europea in questa crisi, dimostratasi totalmente subalterna all’agenda politica statunitense;
  • L’inazione e la mancanza di credibilità da parte dell’ONU in questa crisi, nonché l’assenza dei caschi blu;
  • La pericolosa corsa al riarmo in tutta Europa, es. eclatante la Germania;
  • La pericolosa retorica che si sta diffondendo nel discorso pubblico, che descrive un inesistente scontro tra civiltà e barbarie, esprime una strumentalizzazione della contrapposizione tra democrazia e autocrazia, che produce tensione e un inaccettabile boicottaggio di cultura, scienza e sport russi;
  • L’ipocrisia dello slogan “difesa della democrazia”, in quanto lo scontro attuale è una contrapposizione tra blocchi che non fanno l’interesse dei e delle più;
  • Come le sanzioni economiche alla Russia, oltre a colpire milioni di russi poveri, possano catalizzare un attacco contro l’Occidente;
  • Come l’invio di armi non sia risolutivo e alimenti le tensioni tra blocchi;
  • La strumentalizzazione da parte dell’Occidente dei fondamentali diritti alla resistenza e all’autodeterminazione del popolo ucraino per giustificare l’invio di armi;
  • L’idealizzazione della NATO, nonostante le responsabilità nella crisi attuale;

Chiediamo:

  • Un impegno concreto per la de-escalation e la smilitarizzazione da parte del governo italiano e dei governi d’Europa;
  • Che entrambi i blocchi facciano un passo indietro e si siedano al tavolo delle trattative, insieme all’Ucraina, per la risoluzione del conflitto in corso, la smobilitazione e il ritiro di ogni atto ostile militare e/o economico portato avanti da entrambi;
  • Che entrambi i blocchi si facciano reciprocamente garanti della sicurezza dell’Ucraina, rinunciando ad ogni pretesa strategica o di controllo;
  • La sospensione in tutta la Sapienza delle collaborazioni con produttori di armi o enti militari, es. Leonardo s.p.a. e NATO;
  • L’organizzazione di un’accoglienza adeguata, solidale e senza discriminazioni dei rifugiati e delle rifugiate provenienti dall’Ucraina e la costruzione di reti di supporto locali e internazionali;
  • Che a livello accademico si aiutino gli studenti e le studentesse provenienti dall’Ucraina con mezzi dedicati, ad es. individuando delle figure come tutor personali per ognun*;
  • Che si formi una rete di solidarietà con le comunità russe ad alto rischio, dati il crescente isolamento prodotto dalle sanzioni occidentali e l’esclusione da informazione e stampa libera causati dalla repressione putiniana;
  • Una presa di posizione da parte della comunità accademica al livello europeo che promuova il conseguimento della pace, indipendente dalla contrapposizione tra blocchi, e in sostegno al popolo ucraino;

Vogliamo inoltre esprimere la nostra solidarietà ai milioni di cittadini e cittadine russi che si stanno mobilitando per la pace, affrontando le dure repressioni e gli arresti del regime di Putin, così come alle tante personalità accademiche che si stanno esprimendo contro l’invasione in corso, rischiando il loro posto di lavoro ed esponendosi altrettanto ai rischi che corrono i manifestanti nelle piazze. E’ nostra intenzione costruire reti di relazioni con altri atenei a livello locale e nazionale, nonché con i movimenti pacifisti che stanno nascendo nei contesti pubblici nazionali ed internazionali. Rilanciamo in ogni facoltà e dipartimento la mobilitazione e la discussione, per raggiungere una più larga attivazione della comunità accademica.

Sapienza Contro La Guerra
sapienzacontrolaguerra@gmail.com