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Cuba è l’isola che c’e. C’è a dispetto di tutto e di tanti che vorrebbero non ci fosse” Questo l’esordio dell’articolo di Nino Lisi – pubblicato 29 marzo 2021 su Articolo 21 – dove l’autore esprime la sua vergogna per il voto dell’Italia a favore delle sanzioni contro Cuba. Votazione data in seno al Consiglio dei diritti umani.

Un chiaro articolo sull’uso sfrontato, di parte – documentato – della “violazione dei diritti umani”

di Nino Lisi
da Articolo 21
https://www.articolo21.org/2021/03/lisola-che-ce/

Cuba è l’isola che c’e. C’è a dispetto di tutto e di tanti che vorrebbero non ci fosse.

Soprattutto gli Stati Uniti vorrebbero che Cuba non ci fosse, autonoma ed indipendente come è, e soprattutto con il suo sistema socialista.
Gli stessi che quando l’isola era sotto la dittatura di Batista e potevano considerarla e trattarla come il proprio bordello domestico eccome se la volevano e la guardavano di buon occhio!

Non la vogliono neppure l’Austria, il Brasile, la Francia, la Germania e l’Italia che nel recente Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite han votato – vergognosamente dal mio punto di vista – contro un risoluzione che, dopo aver dichiarato che le “misure coercitive unilaterali” assunte da singoli Stati contro altri sono contrarie al diritto internazionale, al diritto umanitario, alla Carta delle Nazioni Unite, alle norme e ai principi che regolano le relazioni internazionali e minacciano la sovranità dei singoli Paesi, invita gli Stati membri e gli organismi competenti delle Nazioni Unite ad adottare misure concrete per mitigare l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sull’assistenza umanitaria.

La mozione, presentata a nome dei Paesi Non Allineati, da Cina, Stato di Palestina e Azerbaigian, è stata approvata con 30 voti favorevoli, 2 astenuti e 15 contrari. Si riferisce chiaramente alle sanzioni decretate dagli USA ngli ultimi tempi contro il Venezuela e sin dal 1962 contro Cuba che da allora tiene sotto strettissimo assedio inibendo a navi che abbiano attraccato o siano dirette a Cuba l’ingresso nei propri porti e impedendo alla banche d’ogni paese che abbiano rapporti con quelle cubane di averne con il proprio sistema bancario e finanziario.

Si tratta di un assedio che apertamente mira a provocare “fame e disperazione” nella popolazione cubana, esattamente come suggerì nel 1960 il Segretario di Stato dell’epoca,Lester D. Mallory, per contrastare la rivoluzione, visto che “la maggioranza dei cubani appoggia Castro”.

Privo di fondamento giuridico, anzi contrario al diritto internazionale, questo assedio si ispira alla nota teoria del “giardino di casa” enunciata da James Monroe nel 1823, secondo la quale gli USA devono impedire che nell’area geografica considerata come proprio “giardino” sorga qualsiasi realtà che possa essere contraria ai propri interessi e quindi le esperienze sociali e politiche non conformi ai propri modelli.
Purtroppo l’esperienza insegna che quel “giardino” ha una geometria molto variabile per cui i suoi confini possono arrivare ad includere,anche il Mar Rosso e il Medio Oriente; inoltre può essere variamente “coltivato”: con le buone maniere (strumentalizzando movimenti spontanei, infiltrandoli e deviandoli) oppure con le cattive (con invasioni come a Panama e colpi di Stato come in Cile, Argentina e Venezuela).

Dopo che nell’Aprile del 1961 verificarono alla Baia dei Porci che con Cuba i tentativi di invasione non funzionano perché la popolazione non si solleva contro il proprio governo, gli USA decisero che “l’isola che c’è” dovesse essere sottoposta a strettissimo assedio ed oggetto anche di sistematici tentativi di infiltrazione di “agenti a L’Avana”.
Ad esse, secondo fonti locali, sono dovuti attentati che hanno provocato sinora 3.478 morti e 2.099 invalidi.
Insomma, un esempio di “coltivazione intensiva”.

Queste “misure coercitive unilaterali” arbitrariamente stabilite contro Cuba vengono motivate dagli USA con l’accusa che nell’isola non sarebbero rispettati i diritti umani. Questione indubbiamente delicata e da approfondire, sapendo bene quanto sia difficile tenere perfettamente insieme giustizia sociale e libertà individuali, tanto che ancora non c’è chi sia riuscito a realizzare una perfetta coniugazioni fra questi due beni essenziali.

Attendendo comunque una circostanziata prova delle asserite violazioni dei diritti umani a Cuba, alcuni interrogativi non possono essere evitati.

La campagna “tolleranza zero nei confronti degli homeless” bandita a New York dal Sindaco Rudolph Giuliani dal 1994 al 2001 è forse conforme ai diritti umani? Quando sono stato in quella metropoli dove tutto è “più” che altrove (largo, lungo, alto, profondo, etc), non avendone visti in giro, chiesi ad una docente della Columbia University e ad un economista della Federal Reserve dove fossero stati trasferiti. “Bella domanda” mi dissero ma non seppero rispondere. La risposta me la dette l’autista di un tassì il quale mi disse che si erano rifugiati nei sotto servizi cioè nell’ampia rete di cunicoli che si stende sotto avenues e streets, nei quali passano anche le fogne insieme alle condotte idriche ed elettriche. Non risultavano sanzioni al Sindaco dell’epoca della grande mela.

Sarebbe contrario alla verità sostenere che Arabia Saudita, Turchia ed Egitto, solo per fare qualche esempio, non violino usualmente i diritti umani; ma non si hanno notizie di sanzioni a loro carico, sembra anzi che sovente siano “riveriti e ringraziati”.

Se si guarda in casa nostra non si può tacere, ad esempio, che ogni anno a Roma, d’inverno, ci sono “persone senza fissa dimora” che muoiono in strada per il freddo e che si cerchi di correre ai ripari allestendo, ma solo dal 15 Dicembre al 15 Marzo solitamente, ricoveri di fortuna per chi non abbia un tetto sotto il quale dormire per poi rimandarlo a dormire, superata “l’emergenza freddo”, sotto ponti esotto portici. Si tratta anche in questo caso di violazione dei diritti umani o no?

E non lo sono il respingimento alle frontiere dell’Europa di persone in fuga da fame, guerre e persecuzioni?

In nessuno di questi casi si praticano sanzioni nei confronti di qualcuno.

Perché dunque nei confronti di Cuba si? Non è lecito sospettare che le “misure restrittive unilaterali” nei suoi confronti non c’entrino gran che con la violazione di diritti umani?

A riprova c’è un dubbio che mi sembra legittimo…

Non potrebbe darsi che siano consumate grandissime violazioni dei diritti umani per ottenere la ripartizione abissalmente sperequata ed ingiusta della ricchezza mondiale (l’un per mille della umanità ne possiede da solo il 50%, e l’altra metà è suddivisa tra il restante 99 per mille ancora con incredibili diseguaglianze) con la conseguenza che il 10% della popolazione mondiale, cioè 784 milioni e 400 mila esseri umani, vive sotto il livello di povertà assoluta?

Ed allora? “Ma mi facciano il piacere!”, vorrei dire insieme al principe de Curtis, in arte Totò, “nessuno parli a vanvera di diritti umani! Non si invochino strumentalmente le loro violazioni per nascondere le proprie violazioni del Diritto Internazionale!”.

I DIRITTI UMANI sono un cosa terribilmente seria, fra le pochissime da potersi denominare sacre, perché hanno a che fare direttamente con la SACRALITÀ DELLA VITA.

Non ci giochiamo, dunque. Tampoco per cercare di distruggere l’Isola che c’è, dove a tenere insieme giustizia sociale e libertà individuali, anche se con contraddizioni e limiti, almeno si sta tentando.