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“Uscire dall’economia del profitto, costruire la società della cura”

Percorso di convergenza dei movimenti e delle realtà sociali italiane

Care e cari,
Diamo il benvenuto al Manifesto “Uscire dall’economia del profitto, costruire la società della cura”, esito di un intenso percorso di convergenza tra tanti movimenti e numerose realtà sociali di tutta Italia, che hanno raccolto l’invito, inviato il 5 giugno scorso da ATTAC Italia con una “lettera aperta a tutti” (allegata), a soggetti, realtà e Reti di Movimenti, sotto l’indicazione «Sappiamo il cosa e il perché, vorremmo discutere il come».

Invitiamo caldamente a aderire, a partecipare con le proprie idee, proposte, a fare insieme un percorso sempre più allargato e condiviso. 

Invitiamo a convergere a un testo comune cui hanno partecipato attivisti e attiviste delle tante realtà, qui sotto citate. 

Qui di seguito “Mai più come prima! Insieme per la società della cura” l’invito ad aderire, a partecipare, a firmare.

Sotto il Manifesto “Uscire dall’economia del profitto, costruire la società della cura” – 

Reti di Pace, in completa sintonia con i valori espressi nel Manifesto, aderisce.

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Dalla parte del torto

di Carla Corsetti

Care e cari.  
«Gli italiani hanno scelto di rinunciare alla democrazia e nonostante possa sembrare un paradosso, per chi è sinceramente democratico, la decisione va rispettata.»

Comincia con queste parole l’articolo di Carla Corsetti che inviamo oggi. Un articolo duro, che esprime tutto il rammarico per una decisione popolare che, ne siamo certi anche noi, produrrà conseguenze che saranno l’esatto contrario di quanto auspicato da molti di quelli che hanno votato SI.

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“Funerali solenni per Willy!” Lettera a Giuseppe Conte

Diffondiamo, tramite il link che segue,  la lettera inviata da SPI CGIL Roma Lazio al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dove si richiedono funerali solenni per Willy con la partecipazione delle autorità civili e rappresentanti del governo.

“…Dare solennità alle sue esequie dimostrerebbe che le istituzioni e la società civile italiana esprimono con forza una condanna senza appello non solo della violenza, ma soprattutto della cultura della prevaricazione, dei crimini di odio e della supremazia razziale di genere o di classe…”

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