Care e cari,
«Niente sarà più come prima» Un mantra che si ripeteva oltre un anno fa, all’inizio della pandemia, immaginando forse un mondo nel quale si mettesse finalmente mano alle tante ingiustizie sociali di questo mondo “globalizzato”, sempre più diviso tra ricchi e poveri, tra privilegi e diritti negati.
Ma quello a cui stiamo assistendo va sempre più definendosi come «Tutto sarà peggio di prima».
In questo senso, vogliamo segnalare queste due letture che alleghiamo:
- Basta con nuclei e comitati tecnici, per un PNRR dei diritti! – del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Una contestazione del PNRR sia nella sua composizione “un nucleo tecnico: tutto al maschile, con nomi più o meno noti al grande pubblico, ma sicuramente conosciuti negli ambienti che contano per il loro impegno a riformare il paese in un’ottica neo-liberista…persone che ritengono che lo Stato debba intervenire unicamente per favorire e ricostruire i mercati “; sia nei suoi obiettivi: “sono annunciati forti investimenti pubblici che, però, sono finalizzati unicamente a sostenere il mercato e le sue logiche “;
- Una riforma fiscale per chi? – Un’attenta e approfondita analisi di Sandro De Toni, pubblicata sul giornale online terzogiornale.it, delle riforme fiscali che si intendono attuare a favore dei soliti noti: “Il rischio è che si vada a intaccare i pilastri del welfare, le spese per salute, assistenza, pensioni o scuola.” E infatti: “Una delle proposte tra la più costose concerne l’abolizione dell’Irap … che produce un gettito pari a 20 miliardi e che contribuisce a finanziare il servizio sanitario”. L’articolo si conclude con: “Di fronte all’aumento della povertà, le scelte delle due Commissioni e della maggioranza di governo sembrano volere favorire la parte superiore della nostra società, i vincenti della globalizzazione.”