Alla domanda – continuamente posta fra abitanti, politici, addetti ai lavori – “con l’emergenza rifiuti ha senso dire ancora no ai termovalorizzatori?”
Maurizio Melandri, Comitato Malagrotta, risponde nell’articolo che segue, dapprima  smontando il significato di due termini, “termovalorizzatore” e “emergenza”; parole costruite apposta dai decisori politici per trovare il consenso della popolazione ai loro progetti. 
Poi, disegna tutto lo scenario da prendere in considerazione nella gestione dei rifiuti, delineando le azioni e gli impianti necessari prima di arrivare agli inceneritori – tra l’altro questi ultimi disincentivati dalla Comunità Europea.
Una lettura interessantissima altamente informativa. Ci auguriamo che i prossimi amministratori prendano seriamente in considerazione le indicazioni, le conoscenze qui delineate, esito di esperienza diretta, studio, confronti nazionali e internazionali.
In allegato, insieme al testo in questione, per ampliare ulteriormente il campo analizzato, inviamo altri due articoli “Semplici indicazioni per una corretta gestione dei rifiuti” e “Morire di puzze e discariche? No grazie, meglio vivere”. 

Entrambi di Maurizio Melandri e tutti e tre  tratti da “Qui Monteverde”
https://www.quimonteverde.it/

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GKN si prende Firenze

Copiamo, in calce, un bellissimo articolo di Checchino Antonini pubblicato il 18 settembre su Popoff Quotidiano. Qui due stralci.  Salvetti, di cui si riportano, a più riprese, parole, interventi, è il delegato Fiom alla Gkn.

«…. Che strano cortocircuito – osserva Salvetti – noi siamo internazionalisti e difendiamo i territori, loro sono nazionalisti e leghisti eppure sono d’accordo che un fondo finanziario arrivi e delocalizzi perché in fondo sono internazionalisti anche loro solo che noi siamo dell’Internazionale del lavoro, loro dell’internazionale della finanza da cui prendono gli ordini e da cui prende gli ordini Draghi. Per questo Insorgiamo….».
«… Poi la strana carovana istituzionale che viene a dirci di non avere strumenti, ma a che cazzo servite?», esclama. «E non ci si venga a dire che questa è l’economia. L’economia è la scuola di mio figlio, il mio mutuo, l’autobus che prende è l’economia, noi siamo l’economia. Voi, esattamente, chi cazzo siete? Perché non producete? Distruggete fabbriche e posti di lavoro, siete una classe dirigente che non ha più diritto di rovinare le nostre vite». …

Assolutamente da leggere, una lezione di dignità e una lucida lettura della forte pressione alla mediazione al ribasso esercitata dalla finanza e dalle istituzioni.

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