di Alessandra Algostino – Volere la Luna
Nelle mobilitazioni “no green pass”, al netto del loro collegamento con ambienti di estrema destra (e al netto degli insopportabili accostamenti con le vittime dei crimini nazisti e fascisti), campeggiano parole d’ordine distanti dal terreno culturale della Costituzione e da una prospettiva centrata sui valori, congiunti, di liberté, égalité, fraternité. Decenni di discorsi inneggianti alla “società che non esiste”, di retorica del self made man e del merito individuale e, insieme, politiche di dissoluzione dello Stato sociale, di espulsione delle “vite di scarto” (Bauman), di condanna delle fragilità, di colpevolizzazione, se non di punizione, della povertà (le modifiche al reddito di cittadinanza docent), hanno favorito l’ascesa di una libertà senza uguaglianza, senza solidarietà, senza giustizia sociale, senza limiti; nell’eterna lotta fra oppressi e oppressori, tale libertà si situa, o aspira ad essere, dalla parte dell’oppressore, di chi domina, di chi persegue unicamente il proprio utile, segnando la distanza dall’orizzonte del costituzionalismo, come limitazione, in senso ampio, del potere.