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Crisi ucraina, le gravi e storiche responsabilità dell’Unione europea

di Luciana Castellina da il manifesto

Un po’ di storia. Gorbaciov offrì il ritiro militare dai Paesi del Patto di Varsavia, con l’impegno paritario a non estendere a Est la Nato. Ma quella occasione di porre fine alla guerra fredda fu sepolta. L’Europa unita non è nata a Ventotene, ma a Washington: il primo voto a favore fu del Congresso Usa nel marzo del 1947. Serviva schierarla lungo la Cortina di ferro

Spero non dover chiarire che ritengo la scalata di Putin al vertice della Russia una sciagura e, sebbene sia tutt’altra storia, anche su Xi Ping avrei qualcosa da ridire. Ma quando hanno detto la loro sull’Ucraina ho pensato: menomale che ci sono.

Perché la cosa più insopportabile che ormai silenziosamente subiamo è l’arroganza del nostro Occidente nel presentarsi come il modello ottimale di società e per questo il garante della democrazia nel mondo, nonostante i disastri seminati in tutto il Medio Oriente, in Afghanistan, ma anche dalle nostre parti dove la disuguaglianza cresce ogni giorno di più.

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L’Urss non c’è più, basta ricerca continua del nemico

Intervista. A colloquio con l’ambasciatore Sergio Romano: «L’Ucraina deve essere un Paese neutrale»

Sergio Romano – diplomatico di lunga carriera, ambasciatore italiano in URSS negli anni cruciali prima della dissolvenza dell’Unione Sovietica, profondo conoscitore della questione Usa Nato Europa, grazie alla sua intensa esperienza diplomatica – viene intervistato da Tommaso Di Francesco. 

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La crisi ucraina come simulazione di guerra per il gas

L’analisi. Grazie alla sprovveduta Ue gli Usa si propongono, con l’«invasione russa» – che non c’è – come i fornitori dell’Europa. Ma è un bluff: per i costi, la logistica surreale e i danni ecologici

di Alberto Negri

Sulla crisi Ucraina e del gas ormai il bluff è generalizzato. Lo sa il presidente francese Macron, ieri a Mosca e oggi Kiev, lo sa ancora meglio il timido cancelliere tedesco Scholz, tirato per le orecchie a Washington perché esita a scontrarsi con Putin. Il bluff è accompagnato dal sospetto che a minacciare davvero l’Europa non sia Putin quanto Biden, che sulla questione dei rifornimenti energetici da Mosca non ha purtroppo una posizione diversa da quella di Donald Trump.

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