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Guerra ucraina, Joe Biden e le parole per dirlo

Tommaso Di Francesco – Il Manifesto

Dalla dichiarazione del presidente Usa, due scelte occidentali contrapposte: con Putin non si tratta fino al suo crollo; con Putin, si deve negoziare per fermare la guerra in Europa

«Putin è un macellaio…non può stare al potere». La frase che Biden ha detto, subito divisiva tra Europa e Stati uniti, è perfino condivisibile ma allo stesso tempo assolutamente inaccettabile. È condivisibile perché chi bombarda in modo «chirurgico» le città sa di colpire indiscriminatamente i civili, seminando terrore utile ai fini della guerra.

Uccidere anche un solo bambino che altro è se non opera di un macellaio? E purtroppo, secondo l’Onu, i bambini ucraini uccisi finora sono più di 140. Ed è probabile che sicuramente il popolo russo non sia proprio contento del suo presidente che ha scelto la guerra come soluzione della crisi ucraina a costo della vita di civili ucraini, ragazzi russi mandati al fronte a morire e di milioni di profughi. Dov’è allora l’inaccettabile? Nel fatto che a pronunciare questa accusa sia un presidente degli Stati uniti che nella sua vita politica ha votato a favore di ogni guerra americana bipartisan, di destra e di sinistra, diretta o indiretta, che ha disseminato di mattatoi l’intero Medio Oriente.

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Contro la catastrofe i doveri della comunità internazionale

di Luigi Ferrajoli

Crisi ucraina. Il vero aiuto ai civili ucraini bombardati non è l’invio di armi – prolunga il conflitto e le stragi -, ma la partecipazione alla trattativa Kiev-Mosca delle potenze occidentali a cominciare dagli Stati Uniti

C’è una grande ipocrisia alla base delle politiche del nostro governo e degli altri governi europei e del dibattito pubblico sulla guerra di aggressione della Russia e sulla solidarietà all’Ucraina. Tutti sanno, ma tutti fanno finta di non sapere che dietro questa guerra, della quale l’Ucraina è soltanto una vittima, il vero scontro è tra la Russia di Vladimir Putin e i Paesi della Nato. Sono perciò gli Stati Uniti e le potenze europee che dovrebbero trattare la pace, o quanto meno affiancare l’Ucraina nelle trattative, anziché lasciarla a trattare da sola con il suo aggressore.

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Chomsky: i colloqui di pace in Ucraina “non andranno da nessuna parte” se gli Stati Uniti continuano a rifiutarsi di aderire

di Noam Chomsky da Truthout.org

Mentre la Russia intensifica il suo assalto all’Ucraina e le sue forze avanzano su Kiev, i colloqui di pace tra le due parti dovevano riprendere il 14 marzo, poi sono stati rinviati un’altra volta al 15 marzo. Sfortunatamente, alcune opportunità per un accordo di pace sono già state sprecate, quindi è difficile essere ottimisti su quando la guerra finirà. Indipendentemente da quando o come finirà la guerra, tuttavia, il suo impatto si fa già sentire in tutto il sistema di sicurezza internazionale, come mostra il riarmo dell’Europa. L’invasione russa dell’Ucraina complica anche la lotta urgente contro la crisi climatica. La guerra sta avendo un pesante tributo sull’Ucraina e sull’ambiente, ma offre anche all’industria dei combustibili fossili una leva in più tra i governi.

Nell’intervista che segue, l’accademico e dissidente di fama mondiale Noam Chomsky condivide le sue opinioni sulle prospettive di pace in Ucraina e su come questa guerra possa influire sui nostri sforzi per combattere il riscaldamento globale.

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