Tommaso Di Francesco – Il Manifesto
Dalla dichiarazione del presidente Usa, due scelte occidentali contrapposte: con Putin non si tratta fino al suo crollo; con Putin, si deve negoziare per fermare la guerra in Europa
«Putin è un macellaio…non può stare al potere». La frase che Biden ha detto, subito divisiva tra Europa e Stati uniti, è perfino condivisibile ma allo stesso tempo assolutamente inaccettabile. È condivisibile perché chi bombarda in modo «chirurgico» le città sa di colpire indiscriminatamente i civili, seminando terrore utile ai fini della guerra.
Uccidere anche un solo bambino che altro è se non opera di un macellaio? E purtroppo, secondo l’Onu, i bambini ucraini uccisi finora sono più di 140. Ed è probabile che sicuramente il popolo russo non sia proprio contento del suo presidente che ha scelto la guerra come soluzione della crisi ucraina a costo della vita di civili ucraini, ragazzi russi mandati al fronte a morire e di milioni di profughi. Dov’è allora l’inaccettabile? Nel fatto che a pronunciare questa accusa sia un presidente degli Stati uniti che nella sua vita politica ha votato a favore di ogni guerra americana bipartisan, di destra e di sinistra, diretta o indiretta, che ha disseminato di mattatoi l’intero Medio Oriente.